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Ascolta l’anteprima del commento di Rodolfo Celletti
Nelle innumerevoli melodie dedicate a Venezia e a Napoli il mare era uno dei temi d’obbligo. Entrambe le città vantavano la tradizione dei canti dei gondolieri e dei pescatori, ricchi di fascino sia per gli stranieri sia per gli italiani. Uno dei momenti magici dell’Otello di Rossini (1816) è, nell’ultimo atto, la nenia d’un gondoliere che passa sotto le finestre dell’angosciata Desdemona. Il mito dei gondolieri veneziani suggerì a Mendelssohn i «Venetianische Gondellied» e ancor prima (1824) a Schubert la radiosa barcarola «Der Gondelfahrer», particolarmente significativa nell’esecuzione di Dietrich Fischer-Dieskau, il liederista principe del nostro tempo. Un’altra celebre barcarola, ambientata a Venezia è la languidissima, cullante, voluttuosa «Belle nuit, o nuit d’amour», che apre il III atto de Les contes d’Hoffmann di Offenbach. La cantano la cortigiana Giulietta, di cui Hoffmann è invaghito e Niklausse (mezzosoprano in abiti maschili) che di Hoffmann è amico. Notevole l’esecuzione di Montserrat Caballé e Shirley Verrett.
Nelle opere, comunque, Venezia fu vista in vario modo.
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