Descrizione
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L'esercizio del potere è sempre stato uno dei cardini dello spettacolo drammatico. Nelle prime manifestazioni melodrammatiche, imperniate su trame mitologiche, il potere spettava soprattutto agli dei, con procedimenti desunti dall'antica tragedia greca. Tipica era l'apparizione d'una divinità (il famoso «Deus ex machina») il cui intervento imprimeva una svolta decisiva all'azione scenica, prendendo le parti di questo o quel personaggio o mediando interessi contrastanti.
Nell'opera della seconda metà del Seicento simbolo del potere divennero i re; e questo s'accentuò nel Settecento. Librettisti e compositori non dimenticavano, naturalmente, che tutte le nazioni europee che ospitavano spettacoli operistici erano rette da regimi monarchici e che le corti conside-ravano la rappresentazione di un melo-dramma come una manifestazione di prestigio. Da cui un interesse diretto di molti sovrani all'opera o addirittura casi dí principi che talvolta si comportavano come gli odierni direttori artistici: vedere Vittorio Amedeo di Savoia o Federico I l di Prussia ovvero Federico il Grande.
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