Descrizione
Ascolta l'anteprima del commento di Mario Luzzi
«Io non mi figuro di cantare. Io mi sento come se suonassi uno strumento a fiato. Cerco di improvvisare come Lester Young, come Louis Armstrong o qualcun altro che ammiro. Quello che esce fuori è ciò che sento. Non mi va di cantare una canzone così com'è. Devo cambiarla alla mia maniera». In queste parole di Billie Holiday si percepisce limpida la filosofia artistica di questa straordinaria e irripetibile jazzwoman. Vi si legge la sua volontà di cantare oltre le note alla ricerca di frasi ispirate e improvvisazioni di profonde creatività e personalità. Chissà se Billie Holiday se ne rese conto, ma dando voce a quei concetti non illustrava solo la sua coscienza artistica ma fotografava l'essenza del jazz. Per una donna subire il fascino di questa musica complessa e densa di umori e significati, ha sempre rappresentato una sorta di sfida. Perchè il jazz, storicamente, ha connotati caratteriali maschili: è musica virile, energica, fuori schema. Eppure lastoria del jazz è costellata di interpreti femminili.
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