Descrizione
Ascolta l'anteprima del commento di Mario Luzzi
Nel jazz, dove l'improvvisazione e l'invenzione istantanea hanno un ruolo dominante nei confronti della composizione e delle strutture arrangiamentisticne, il solista è ai contempo compositore, arrangiatore e interprete dell'impegno che affronta. Egli è, infatti, colui che può riscrivere, riarrangiare e reinterpretare l'opera seguendo gli impulsi e l'umore del momento. Azioni che a volte hanno un'idea, una labile progettazione, ma che più spesso nascono d'impronta o quasi. La differenza tra il jazz e le altre musiche, colte o extra-colte che siano, è tutta racchiusa in questa realtà che nessuno, giustamente, si sogna di contestare ai jazz o ai jazzmen, all'idioma e agli interpreti. Ad esempio, nel campo della musica colta tutto è preordinato e previsto nei minimi dettagli, nelle sfumature e negli accenti, nel clima e nell'humour, salvo qualche possibile differenza tra il testo e l'interpretazione che può dargli il direttore, ma anche in questo caso ai musicista viene consegnato un testo rivisitato ma definitivo.
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